A piazza Vittorio arrivano le intellettuali

 

Giorgia Conteduca e Chiara Becchimanzi in un momento della pièce.

“Quando rilessi la prima scena de’ Le Intellettuali di Moliere – dove due sorelle discutono in maniera accorata sull’opportunità di sposarsi e fare figli invece di darsi allo studio, all’arte, alla filosofia – mi venne alla mente, prepotente, un’immagine: due donne che discutono, una con l’hijab, una senza”: così racconta Augusto Fornari, regista di Le Intellettuali di Piazza Vittorio, il 7 e 8 dicembre al Teatro Tor Bella Monaca di Roma, ironico e divertente adattamento teatrale critico e di genere di Le Intellettuali di Moliere: un testo a tratti misogino che, nel riadattamento firmato da Chiara Becchimanzi, acquista un sapore completamente nuovo, una lettura che parla di donne che cercano di conciliare le loro mille attitudini, di costellazioni familiari, ma soprattutto di diritto all’autodeterminazione, fra oriente e occidente.

“Le Intellettuali di Piazza Vittorio” trasforma la famiglia di mecenati descritta dal celebre drammaturgo francese in una famiglia italo-iraniana, trasferitasi in Italia dopo la Rivoluzione Islamica del ’79 -un evento storico di portata enorme, di cui ci è giunta solo un’eco confusa, ma più che mai attuale, considerando gli ultimi accadimenti internazionali. Così, le due sorelle Henriette e Armande si trasformano in Laleh (in italiano tulipano, interpretata da Giorgia Conteduca) e Azadeh (in italiano libera, interpretata da Chiara Becchimanzi), la zia Bèlis diventa Pareesa (in italiano fatata, Giulia Vanni) e il giovane innamorato Clitandre Khodadad (in italiano dono di Dio, Teo Guarini). L’artista Trissotin diventa Trissottani e si trasforma in cineasta pomposo e scroccone (Claudio Vanni,) e la cameriera Martine, che nella traduzione italiana di Molière è veneta, diventa la ciociara Tina, interpretata da Monika Fabrizi. I genitori delle sorelle diventano Ulrica e Kourosh (in italiano Ciro, con un chiaro riferimento a Ciro di Persia) e saranno interpretati da Cinzia Leone e Vittorio Hamarz Vasfi, apparizioni “straordinarie” grazie ad affascinanti soluzioni tecnologiche e alla scenografia proiettabile; ultimo componente della bizzarra famiglia, Daryush (in italiano Dario, non a caso il successore di Ciro), un inserto drammaturgico del tutto originale reso possibile dall’amichevole partecipazione in videochiamata di Stefano Fresi. Uno spettacolo corale, divertente ed emozionante, nel quale gli eventi narrati hanno esiti del tutto imprevedibili.

Cinzia Leone e Vittorio Hamarz Vasfi.

La drammaturgia di Chiara Becchimanzi vede le parole di Molière mescolate a brani del tutto originali: “L’intuizione di Augusto è stata per Valdrada illuminante – dichiara l’attrice ed autrice – poiché era un’occasione imperdibile per trattare uno dei motori drammaturgici che più ci sta a cuore e su cui ragioniamo artisticamente, in varie forme, da anni: il diritto all’autodeterminazione, tema che in Molière si dirige verso conclusioni dalle sfumature misogine, ma che abbiamo naturalmente declinato in tutt’altra direzione, disegnando intorno ai personaggi un turbinìo emotivo che coinvolgerà il pubblico in prima persona”.

La compagnia al completo.

“I personaggi sono comici, a volte farseschi, ma galleggiano su un territorio tragico, come in Tartufo, come in Don Giovanni” spiega ancora Augusto Fornari. “E il tempo, i quasi 350 anni passati, il “progresso” della società, dei rapporti umani, delle lotte femministe, hanno trasformato il tema de’ “Le Intellettuali” proprio in una commedia tragica, come Don Giovanni. La messa in scena si sofferma su questo aspetto tragicomico, afflato vitale e misterioso dell’esistenza stessa, mescolando senza timore il farsesco ed il tragico, l’alto e il basso, l’occidente e l’oriente, il Sacro ed il Profano. La forma stessa della messa in scena teatrale è contaminata da altre forme d’arte: installazioni, performance, videoproiezioni, pittura, scultura, musica; in un agone dove le Idee, i grandi Temi, i Principi si rincorrono, si scontrano, si sgretolano per lasciare un campo di battaglia dove fra vincitori e vinti non ci sono contorni ma dissolvenze. E dubbi”.

Per ogni tappa, la Compagnia selezionerà opere artistiche locali da esporre nei foyer.

Pubblicato da gossipgirl

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